8 mesi fa
sabato 25 luglio 2009
Lettera-prefazione del Papa al libro di Marcello Pera: La fede non si può mettere tra parentesi. Urge il dialogo interculturale
Il dialogo secondo Benedetto XVI: Il terreno concreto del confronto culturale (Lucetta Scaraffia per l'Osservatore Romano)
Rodney Stark si schiera con Benedetto XVI. E va oltre: Anche il laicismo erede del Cristianesimo (Calabrò)
Card. Ruini: "Un libro ancor più importante per la lettera inconsueta di Benedetto XVI al suo autore"
Intellettuali islamici commentano la lettera del Papa a Marcello Pera: "La concretezza del dialogo interreligioso" (Corriere)
Card. Ruini: Il Papa rilegge le tesi di Marcello Pera sul rapporto tra società e religione (Osservatore Romano)
«Cristiani per fede» e «cristiani per cultura» a confronto in occasione della presentazione del nuovo libro di Marcello Pera (Avvenire)
Marcello Pera spiega perché “deve” dirsi cristiano (Tempi)
Apertura e ragione: Giovanni Maria Vian commenta la lettera del Papa a Marcello Pera (Osservatore Romano)
Il saggio di Marcello Pera con un testo del Papa. «Il Cristianesimo, chance dell’Europa» (Calabrò)
New York Times: «Il Papa e il dialogo, dalle nuvole della teoria alla pratica» (Calabrò)
Sincretismo e relativismo, Messori: "Ad Assisi "sacrificavano" anche i polli". Le riserve di Ratzinger limitarono i danni (Stampa 2005)
Marcello Pera: Benedetto XVI può aiutare il liberalismo a riscoprire le sue radici cristiane (Radio Vaticana)
Baget Bozzo: Il dialogo impossibile su Dio. Commento alla lettera del Papa al senatore Pera (La Stampa)
Reazioni alla lettera del Papa sul dialogo e la multiculturalità (Burini)
Dialogo tra fedi, George Weigel elogia Benedetto XVI sul New York Time: "Dalle nuvole della teoria alla pratica. Il Papa vuole venire al sodo"
Il rabbino Di Segni dà ragione al Papa: «Fa chiarezza, impossibile il confronto sulla fede» (Calabrò)
Marcello Pera: i media vogliono far passare il Vaticano per oscurantista
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Il dialogo tra le religioni non è possibile. La fede non si può mettere tra parentesi
Caro Senatore Pera,
in questi giorni ho potuto leggere il Suo nuovo libro Perché dobbiamo dirci cristiani. Era per me una lettura affascinante. Con una conoscenza stupenda delle fonti e con una logica cogente Ella analizza l’essenza del liberalismo a partire dai suoi fondamenti, mostrando che all’essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell’immagine cristiana di Dio: la sua relazione con Dio di cui l’uomo è immagine e da cui abbiamo ricevuto il dono della libertà. Con una logica inconfutabile Ella fa vedere che il liberalismo perde la sua base e distrugge se stesso se abbandona questo suo fondamento. Non meno impressionato sono stato dalla Sua analisi della libertà e dall’analisi della multiculturalità in cui Ella mostra la contraddittorietà interna di questo concetto e quindi la sua impossibilità politica e culturale. Di importanza fondamentale è la Sua analisi di ciò che possono essere l’Europa e una Costituzione europea in cui l’Europa non si trasformi in una realtà cosmopolita, ma trovi, a partire dal suo fondamento cristiano-liberale, la sua propria identità. Particolarmente significativa è per me anche la Sua analisi dei concetti di dialogo interreligioso e interculturale.
Ella spiega con grande chiarezza che un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo. Mentre su quest’ultima un vero dialogo non è possibile senza mettere fra parentesi la propria fede, occorre affrontare nel confronto pubblico le conseguenze culturali delle decisioni religiose di fondo. Qui il dialogo e una mutua correzione e un arricchimento vicendevole sono possibili e necessari. Del contributo circa il significato di tutto questo per la crisi contemporanea dell’etica trovo importante ciò che Ella dice sulla parabola dell’etica liberale. Ella mostra che il liberalismo, senza cessare di essere liberalismoma, al contrario, per essere fedele a se stesso, può collegarsi con una dottrina del bene, in particolare quella cristiana che gli è congenere, offrendo così veramente un contributo al superamento della crisi. Con la sua sobria razionalità, la sua ampia informazione filosofica e la forza della sua argomentazione, il presente libro è, a mio parere, di fondamentale importanza in quest’ora dell’Europa e del mondo. Spero che trovi larga accoglienza e aiuti a dare al dibattito politico, al di là dei problemi urgenti, quella profondità senza la quale non possiamo superare la sfida del nostro momento storico. Grato per la Sua opera Le auguro di cuore la benedizione di Dio.
Benedetto XVI
© Copyright Corriere della sera, 23 novembre 2008 consultabile online anche qui.